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Cos’è il delivery e cosa gli è successo con la pandemia?

Il delivery consiste nel servizio di trasporto di prodotti comprati che vengono consegnati fisicamente all’acquirente, che sia a casa o in ufficio.

Il servizio di delivery più conosciuto con questo nome è quello del cibo, il food delivery. È molto usato perché dà la possibilità ad un prezzo accessibile di gustare piatti diversi e di mangiare bene, senza sporcare pentole e padelle o fare la spesa.

Tecnicamente però ogni cosa comprata tramite e-commerce prevede un servizio di delivery: i prodotti arrivano direttamente dove richiesto, tendenzialmente in poco tempo.

LE ORIGINI DEL DELIVERY

Ma come nasce questo servizio? Tra i primi a noi noti c’è l’organizzazione indiana Dabbawala – in hindi “colui che porta la scatola” – nata nella Mumbai della seconda metà dell’800. Questa attività iniziò ad operare perché i lavoratori, per risparmiare o per mancanza di infrastrutture, avevano bisogno che il cibo venisse portato loro a lavoro. L’offerta fornita dall’organizzazione includeva la raccolta dei piatti preparati, il trasporto ai luoghi di lavoro e il ritiro e la restituzione al mittente del contenitore. In realtà i Dabbawala continuano ad esistere e, nonostante l’approdo delle grandi piattaforme di delivery, ad offrire un servizio di qualità irraggiungibile dai nuovi arrivati.

L’ARRIVO DEL DELIVERY IN ITALIA

In Italia il delivery è iniziato con le attività che proponevano la vendita per corrispondenza tramite catalogo – come Postal Market, nata nel 1958. Questo servizio ebbe un grande successo, soprattutto nelle città che non avevano vicini negozi in cui fare shopping. La conseguenza dell’essere utilizzate dalla grande parte della popolazione fu che queste attività iniziarono ad influenzare la moda del momento e i suoi trend.

LA STORIA CONTINUA: LA NASCITA DELL’E-COMMERCE

Il primo e-commerce è stato creato nel 1979 da Michael Aldrich, trasformando una normale televisione nel terminale di un computer grazie ad un telecomando. La prima persona che ha comprato online – utilizzando questo sistema – è stata Jane Snowball, che nel 1984 ha effettuato il suo ordine di margarina, uova e corn flakes al suo supermercato locale.

Coerentemente, gli e-commerce che all’epoca hanno più spopolato permettevano di ordinare cibo: quello della catena di supermercati inglese Tesco creato nel 1984 e PizzaNet, la piattaforma della sede di PizzaHut di Santa Cruz, realizzato nel 1994.

Con l’inizio dell’utilizzo più massivo di internet, il delivery si è diffuso ancora più ampiamente.

IL DELIVERY IN ITALIA NEL 2019

L’e-commerce, secondo un report del SAP, è un settore che in Italia nel 2019 ha guadagnato più di 35 miliardi di euro. La moda e l’elettronica sono i settori che vendono di più, seguiti da arredamento ed elettrodomestici e cibo e cura della persona.

Il risultato più forte che emerge dall’analisi del mondo del food delivery è che, così come l’utilizzo dell’e-commerce in generale, è in costante crescita: nel 2019 ha guadagnato il +56% rispetto all’anno prima (Osservatorio E-commerce B2C).

Su una delle piattaforme principali di food delivery, è stata condotta un’analisi degli ordini dell’anno scorso per inquadrare le abitudini degli italiani. Ecco la lista dei piatti o delle cucine più ordinate a Roma: prima l’hamburger, al secondo posto il giapponese e al terzo il cinese. Il gelato e il poke sono i piatti che nel 2019 hanno guadagnato più terreno.

COS’È SUCCESSO AL DELIVERY CON IL CORONAVIRUS?

Indubbiamente si è verificato un aumento dell’utilizzo del delivery. Ma per cosa lo stanno utilizzando gli italiani? In primis per comprare oggetti necessari nella quotidianità, che non sempre sono stati reperibili nei supermercati, e per evitare la coda mentre si fa la spesa. Questo include certamente ingredienti per cucinare – come lievito, farina e zucchero – ma anche beni necessari per il lavoro o il tempo libero – come prodotti per stampare o libri e giochi di società.

Le categorie di cibo più ordinate rispetto all’inizio dell’anno scorso sono il gelato e i dolci, complici le belle giornate e la voglia di qualcosa in grado di tirare su il morale anche rimanendo in casa.

Un avvenimento molto dolce si è verificato attraverso il delivery: molte persone hanno utilizzato il servizio di consegne offerto da una piattaforma del settore per far recapitare ai propri cari messaggi di affetto e vicinanza. Tra questi una signora di Bari che ha inviato a suo nipote i panzerotti preparati da lei e una studentessa di Roma che ha mandato il tiramisù ai suoi amici per festeggiare insieme il proprio compleanno.

Ci possiamo aspettare che questo periodo abbia ripercussioni anche sulle abitudini di utilizzo del delivery che andranno ben oltre la fine del Coronavirus; sarà interessante vedere come cambieranno e cosa rimarrà. Ora vi lascio alle vostre spese ma vi chiedo un’accortezza: pensate se potete comprare ciò di cui avete bisogno da piccole attività intorno a voi. Con un pochina di pazienza, potrete trovare prodotti unici e supportare l’economia locale.

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