Leggendo “Le metamorfosi” di Ovidio, Virbio – nome dato dalla dea Artemide ad Ippolito, figlio del primo re di Atene Teseo – fondò Aricia, chiamata così probabilmente in onore della moglie (il cui nome dovrebbe appunto essere Aricia).
Immersa nella zona dei Castelli Romani, Ariccia era chiamata anticamente ‘A Riccia o La Riccia.
I Castelli Romani sono una tappa obbligata per i turisti ma anche per chi vuole fare una gita fuori porta meravigliosa.
Non solo bellezze culturali, ma anche naturali: Ariccia è figlia di storiche eruzioni vulcaniche che hanno creato un ambiente del tutto peculiare.
Arte e natura; manca però un elemento, il cibo!
Basta fare un giro fra le vie di Ariccia per immergersi in un contesto culinario incredibile.
La cucina ariccina non è in realtà molto diversa dalla cucina romana in generale: le va però riconosciuto il merito di essere la “patria” della porchetta, da gustare nelle tipiche “fraschette”.
Cosa è la Fraschetta?
Come immaginiamo la fraschetta di un tempo?
Definiamola come un’ osteria un po’ fuori dal comune, con una lunga storia alle spalle.
Né ristorante, né pizzeria, né pub, la Fraschetta era in origine una sorta di osteria molto spartana, senza cucina, in cui si vendeva vino locale, insieme a pane, salumi, formaggio, uova (raramente) e dolci secchi.
Le fraschette erano forse presenti, in maniera primordiale, già nell’antica Roma, e poi sviluppate durante il medioevo.
La storia del nome
La storia del nome pare essere legata al borgo di “Frascata”, oggi Frascati, dove i boscaioli vivevano in capanne di frasche, dopo la distruzione di Tusculum nel 1191.
Sembra anche che sia legata all’abitudine di mettere fuori dal locale un ramoscello sull’insegna, per indicare la possibilità ai viandanti di gustare vino nuovo.
Si poteva disporre di tavolate e panche di legno per consumare il cibo, portato da casa, e gustare il vino locale (Marino, Frascati, Romanella).
Anche i viticoltori usavano le frasche per indicare la presenza di nuovo vino da bere.
Intendiamole pertanto come luoghi di degustazione vino con una varietà di botti al suo interno, sedie, tavoli e apparecchi per la distillazione.
Oltre ciò, una cantina in cui far riposare il vino.
Col tempo però, l’assetto da osteria spartana delle fraschette fu sostituita da un luogo in cui venivano serviti molti altri generi alimentari, tra cui la famosa porchetta.
Ad oggi, le fraschette, che aspetto hanno?
In queste osterie si può bere vino dalle caraffe, mangiare porchetta, vari salumi, coppiette, i formaggi freschi e stagionati ed antipasti quali olive sott’olio e sott’aceti.
La tipica “Romanella”, vino rosso frizzante, è tra i vini più sorseggiati davanti ad un tagliere ad Ariccia.
Nonostante siano il fiore all’occhiello di Ariccia, le fraschette sono presenti in tutta la zona dei Castelli Romani e sono molto frequentate, specialmente nel fine settimana, da giovani e non.
La qualità come caratteristica del luogo!
Chi serve il pane casareccio cotto a legna, chi si occupa di rispettare la tradizione servendo solo porchetta IGP, chi invece si dedica a presentare sul tagliere le coppiette, volgarmente definibile come carne di maiale speziata e piccante.
L’area eno-gastronomica dell’Ariccia rievoca pertanto quel sapore rustico, genuino e popolare, declinato in modi più o meno moderni dai locali della zona, lasciando deliziati tutti i palati.
Loriana Aiello